LE ORE DORATE

 

LE ORE DORATE  | Salvador Dalì e Federico Garcìa Lorca: ode all’amore

Ideazione e Regia Michele Pagano 
Aiuto Regia Maria Macri
Elaborazioni Musicali Marco Moretti | Michele Pagano
Costumi Pina Raucci
Foto Paola Cappabianca

Canto la tua paura dei sentimenti che ti aspettano in strada. Ma soprattutto canto il pensiero comune che ci unisce nelle ore dorate e oscure. La luce che ci acceca non è l’arte. Quanto amore, amicizia, spade incrociate”.

Ode a Dalì. F.G. Lorca

Siamo nel vecchio secolo. Nel 1920 circa, quando alla Residecia de Estudiantes a Madrid, fa capolino un ragazzino di diciotto anni: impacciato, trasognante e pieno di aspettative. Il suo nome è Salvador Dalì. Basta poco per far sì che le sue particolarità e stranezze vengano notate da un uomo più grande di lui di sei anni. Un lampo e quell’uomo divenne quasi immediatamente il “suo amico meraviglioso”. Guardavano il mondo nello stesso modo e cercavano di descriverlo chi a penna, chi con una tavolozza di colori. Il suo nome è Federico Garcia Lorca. Anni trascorsi spalla a spalla, condividendo pensieri e lotte. Amici, fratelli, amanti? Giochi di seduzione, poesie e dipinti dedicati. Una intensa corrispondenza letteraria e poi, la gelosia della moglie di Dalì, e poi ancora la dittatura di Francisco Franco. La morte del poeta. La paura di Dalì. Non sapremo mai, probabilmente, quale fosse la  natura della relazione tra i due, nessuno la confessò mai;  nemmeno Dalì dopo la morte del poeta. Le uniche parole che uscirono sempre dalla bocca “Mi amigo Lorca”.

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