‘O PESCE PALLA

16 | 17 FEBBRAIO
Orari: Sabato ore 21:00 | Domenica ore 19:00

‘O PESCE PALLA |La vita dalla terra

di e con Silvia Garbuggino | Gaetano Ventriglia
Musiche composte ed eseguite Gabrio Baldacci
Produzione Compagnia Garbuggino/Ventriglia | Armunia
Coproduzione Pilar Ternera – Nuovo Teatro delle Commedie

Di cosa parla?

Continuiamo ad affrontare l’archetipo del don Chisciotte, cambiando prospettiva.
La vita dalla terra.
Attilio Scarpellini ha definito In terra in cielo “un’altra terra vista dalla luna”.
Ora dalla terra guardiamo la luna.
Portiamo in scena esseri umani donchisciotteschi, un’umanità marginale; creature capaci di incontrarsi al centro del cosmo per antica saggezza o ricerca d’amore.

Le api si devono muovere rapidissime per restare immobili. ( David Foster Wallace )

Sul processo del continuare ad esistere. Continuare ad esistere. Continuare ad esistere.
(…)  La cantina chiusa, dal battuto di terra, dov’è entrato una volta ch’era scalzo il bambino, e ci ripensa sempre. ( Cesare Pavese)
“ In quella difformità alla narrazione imperante del mondo, in quell’alterità radicale rispetto al teatro per bene dei salotti teatrali, si incarna in forma mitica e allo stesso tempo potentemente contemporanea l’aurea del Cavaliere dalla triste figura. Quella di Garbuggino/Ventriglia è una dichiarazione di guerra al teatro mortale di brookiana memoria, fatta con un idealismo scalcagnato che proprio nel suo infrangersi contro le regole della realtà teatrale trova il suo più alto momento di celebrazione poetica. Non li troverete, questi due attori, nella schiera dei teatranti buoni per tutte le stagioni e per tutte le commissioni, perché come Alonso Quijano sanno che il sogno è più forte della presunta realtà e preferiscono, teatralmente, seguire il primo.

Sanno cioè che, alla fine della fiera, essere contro Don Chisciotte e il suo velleitarismo non significa essere prammatici, ma significa stare dalla parte dei mulini a vento. Gaetano Ventriglia e Silvia Garbuggino sono l’incarnazione impossibile del teatro che non ha carne, il teatro fantasma che appare come un sogno e lascia interdetti come di fronte a una visione, il teatro che trattiene – appunto – e che dell’intrattenimento non sa proprio cosa farsene. ”

Graziano Graziani

 

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